Regesto
Questo riassunto esiste solo in francese.
DÉCISION D'IRRECEVABILITÉ de la CourEDH:
SUISSE: Art. 3 CEDH; prescription de l'action pénale; non-rétroactivité des traités.
Déclarant avoir été victime de mauvais traitements de 1962 à 1972, le requérant a déposé une plainte pénale en 2012. Celle-ci a fait l'objet d'une ordonnance de non-entrée en matière en raison de la prescription de l'action pénale. L'intéressé fait valoir que les autorités suisses ont violé l'art. 3 CEDH en refusant de donner suite à sa plainte. Pour lui, les mauvais traitements subis constituent une violation du noyau dur de l'article 3 et leur poursuite serait dès lors imprescriptible.
Lorsqu'elle examine le grief tiré du volet substantiel de l'art. 3 CEDH, la Cour relève que les dispositions de la CEDH ne lient pas une partie contractante en ce qui concerne un acte ou fait antérieur à la date de l'entrée en vigueur de la Convention à l'égard de cette partie. Comme les traitements allégués ont eu lieu avant le 28 novembre 1974, la CourEDH ne saurait se livrer à un examen au fond du grief invoqué (ch. 18 - 21).
S'agissant du grief tiré du volet procédural de l'art. 3 CEDH, les juges strasbourgeois rappellent que cette disposition impose aux autorités de mener une enquête officielle effective de nature à permettre l'établissement des faits de la cause et à conduire à la punition des responsables. Ils retiennent que le grief invoqué est a priori compatible ratione temporis avec la Convention, la totalité de la procédure s'étant déroulée après 1974, mais le rejettent pour cause de tardiveté (ch. 22 - 29).
Conclusion: requête déclarée irrecevable.
Sintesi dell'UFG
(4° rapporto trimestriale 2015)
Trattamento degradante (art. 3 CEDU), abusi nell'istituto minorile di un convento tra il 1962 e il 1972.
Richiamandosi agli articoli 3, 6 paragrafo 1 (diritto ad un processo equo) e 8 CEDU (diritto al rispetto della vita privata), il ricorrente fa valere di essere stato vittima di trattamenti degradanti durante il suo soggiorno nell'istituto minorile di un convento tra il 1962 e il 1972. Le autorità non avrebbero mai fatto chiarezza sulle accuse e al ricorrente sarebbe stato negato l'accesso alla giustizia a causa dei termini di prescrizione nazionali.
La Corte ha verificato le allegazioni del ricorrente soltanto dal punto di vista dell'articolo 3 CEDU stabilendo che, sul piano materiale, gli abusi lamentati hanno avuto luogo prima dell'entrata in vigore della CEDU per la Svizzera e il ricorso pertanto è incompatibile ratione temporis con le disposizioni della Convenzione. A livello procedurale, ha fatto notare che il ricorrente ha presentato denuncia penale 40 anni dopo la fine dei presunti trattamenti degradanti o inumani. Si tratta di un periodo di tempo molto lungo e non convince l'asserzione del ricorrente di essere a conoscenza dei motivi dei suoi problemi psicologici e sociali soltanto dal 2011. Il ricorrente ha riconosciuto il legame tra i maltrattamenti subiti nell'infanzia e la sua situazione psichica nel 1992 o al più tardi nel 2011, pertanto gli sarebbe dovuto essere chiaro che una denuncia penale non avrebbe avuto risultati positivi a causa dell'allora già avvenuta prescrizione. Inoltre, il ricorrente non ha potuto far valere circostanze particolari che giustificassero il ritardo nell'adire le vie legali. Secondo la Corte i motivi dellaprescrizione dell'azione penale valgono mutatis mutandis anche per le pretese civili. Irricevibile (unanimità).