Regesto
Questo riassunto esiste solo in francese.
DÉCISION D'IRRECEVABILITÉ de la CourEDH:
SUISSE et ITALIE:
Les autorités italiennes, qui ont été informées par leurs homologues suisses du transfert en Italie d'une mère célibataire accompagnée de sa fille, ont déclaré que les intéressées seraient accueillies dans un centre réservé aux familles avec enfants mineurs. Par ailleurs, les requérantes n'ont pas établi qu'en cas de renvoi en Italie, elles devaient craindre, d'un point de vue matériel, physique ou psychique, de subir des traitements d'un degré de sévérité suffisant pour tomber dans le champ d'application de l'art. 3 CEDH. S'agissant du requérant invoquant des problèmes de santé, il n'a pas établi qu'il était gravement malade. Sous l'angle de l'art. 8 CEDH, la Cour estime qu'un juste équilibre a été ménagé entre les intérêts personnels des requérants à l'établissement d'une vie familiale en Suisse et les intérêts d'ordre public au contrôle de l'immigration. Enfin, selon la jurisprudence constante de la Cour, l'art. 13 CEDH exige un recours interne pour les seules plaintes "défendables" au regard de la CEDH. La Cour estime qu'aucun grief défendable de violation des
Conclusion: requête déclarée irrecevable.
En ce qui concerne la requérante ayant obtenu le statut de réfugiée en Suisse, elle ne risque pas d'être renvoyée en Italie (ch. 50-53).
Conclusion: radiation du rôle.
(4° rapporto trimestriale 2016)
Divieto di trattamenti inumani o degradanti (art. 3 CEDU); diritto al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 CEDU); diritto ad un ricorso effettivo (art. 13 CEDU); rinvio in Italia di ricorrenti siriani in applicazione della procedura Dublino.
Una madre (prima ricorrente) con sua figlia minorenne (quarta ricorrente), suo fratello (secondo ricorrente) e sua sorella (terza ricorrente) sostenevano che il rinvio in Italia in applicazione del sistema Dublino li avrebbe esposti al rischio di trattamenti inumani o degradanti e che violasse il loro diritto al rispetto della vita privata e familiare (censura rivolta esclusivamente alla Svizzera). Inoltre criticavano l'assenza di uno strumento di ricorso effettivo per far valere la violazione dei loro diritti secondo gli articoli 3 e 8 CEDU (censura rivolta esclusivamente alla Svizzera).
La Corte ha cancellato dal ruolo il ricorso della terza ricorrente dopo che la Svizzera le aveva conferito lo statuto di rifugiata (art. 37 par. 1 lett. b CEDU). Per quanto riguarda la prima e la quarta ricorrente, la Corte constata che il Governo italiano è stato informato sia della data del trasferimento sia del fatto che si trattava di una madre e di sua figlia minorenne. Le autorità italiane hanno inoltre confermato l'intenzione di collocare i ricorrenti in alloggi adibiti all'accoglienza di famiglie con figli minorenni. I ricorrenti non sono riusciti a dimostrare che il rinvio li avrebbe esposti a un rischio reale e sufficientemente grave di subire trattamenti inumani o degradanti ai sensi dell'articolo 3 CEDU. La Corte ritiene che non sussista motivo per dubitare delle risorse e della capacità delle autorità italiane di provvedere a una madre con figlia minorenne o di reagire adeguatamente in caso di difficoltà. Ricorso irricevibile (prima, secondo e quarta ricorrente; unanimità).