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Ecriture agrandie
 

Regesto

Questo riassunto esiste solo in francese.

  DÉCISION D'IRRECEVABILITÉ de la CourEDH:
  SUISSE: Art. 8 CEDH. Refus de prolonger l'autorisation de séjour et renvoi d'un ressortissant nigérian dont l'épouse et les trois enfants sont des ressortissants suisses.

  L'expulsion du requérant a été décidée suite à sa condamnation à une peine privative de liberté pour trafic de stupéfiants. S'agissant d'une infraction en matière de stupéfiants, la Cour a toujours conçu que les autorités fassent preuve d'une grande fermeté à l'égard de ceux qui contribuent activement à la propagation de ce fléau. Concernant l'impact de la mesure sur le bien des trois enfants mineurs, la Cour relève que dans le contexte de l'expulsion d'un parent étranger à la suite d'une condamnation pénale, la décision concerne avant tout le délinquant. Elle estime que les autorités nationales ont suffisamment mis en balance tous les intérêts en jeu afin d'apprécier, dans le respect des critères établis par sa jurisprudence, si les mesures litigieuses étaient proportionnées aux buts légitimes poursuivis et donc nécessaires dans une société démocratique (ch. 25-46).
  Conclusion: requête déclarée irrecevable.

Sintesi dell'UFG


(4° rapporto trimestriale 2019)

Diritto al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 CEDU); espulsione del ricorrente verso la Nigeria.

I ricorrenti sono un cittadino nigeriano (di seguito: il primo ricorrente) nonché sua moglie e i loro tre figli, cittadini svizzeri. La causa riguarda l'espulsione verso la Nigeria del primo ricorrente disposta principalmente in seguito alla sua condanna per partecipazione a un traffico di stupefacenti.

Appellandosi all'articolo 8 CEDU, i ricorrenti hanno sostenuto che il rimpatrio del primo ricorrente violerebbe il rispetto della loro vita privata e familiare.

Per quanto riguarda la moglie e i figli del primo ricorrente, la Corte ha constatato che non sono autorizzati a sostenere, a nome di quest'ultimo, una doglianza per violazione dell'articolo 8 CEDU. Per quanto riguarda il primo ricorrente, la Corte ha ritenuto che le autorità nazionali hanno ponderato in modo sufficiente tutti gli interessi in gioco allo scopo di accertare se le misure in oggetto fossero necessarie in una società democratica. Ha in particolare ritenuto che, pur tenendo conto che il primo ricorrente non ha più commesso reati dalla sua condanna nel 2016 e ha tenuto una condotta esemplare, egli è stato condannato per gravi reati legati al traffico di ingenti quantitativi di droga; è entrato per la prima volta in Svizzera sotto falsa identità e vi ha soggiornato senza permesso di soggiorno fino al suo rimpatrio in Benin; durante il suo breve soggiorno in Svizzera è stato condannato a più riprese per reati minori contro la legge sugli stupefacenti; al suo rientro in Svizzera, meno di un anno più tardi, le autorità lo avevano esplicitamente avvertito delle conseguenze per il suo status giuridico di eventuali altri reati. I giudici di Strasburgo hanno anche ricordato che la moglie del primo ricorrente conosceva i rischi che correva quest'ultimo in caso di nuove pendenze con la giustizia e in particolare che egli rischiava l'espulsione. Inoltre, dopo aver riconosciuto l'interesse evidente dei figli a poter crescere vicino a entrambi i genitori, le autorità nazionali hanno giustamente relativizzato la situazione dell'interessato sottolineando che la sua condotta criminale andava contro il loro interesse superiore. Irricevibile a causa di palese infondatezza (unanimità).

contenu

Arrêt CourEDH entier
résumé (italien)

références

Article: Art. 8 CEDH